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Rivista 114_Giorgio Milesi

È impossibile differenziare e analizzare secondo modelli diversi la produzione creativa di Giorgio Milesi (1927-2008). Quando la si affronta e la si attraversa, se ne è totalmente avvolti, risucchiati come in una delle sue conturbanti texture grafiche, o in uno dei suoi impagabili calembour lessicali, o in uno dei suoi folli e teneri racconti fiabeschi. Una produzione circolare nei contenuti e nei tempi, che ruota intorno ad alcuni temi legati all’esistenza e alle riflessioni su di essa. Ma nell’ambito della sua attenzione culturale non c’è solo questo: Milesi è stato anche autore di grammatiche italiane per gli inglesi, opere di grande successo (è stato un professore amato e rispettato dai suoi studenti), è stato studioso rigoroso di stampe antiche di cui è stato esperto riconosciuto, ha scritto numerosi saggi sulla grafica rinascimentale e sulla storia della caricatura. Una personalità la sua davvero singolare per l’eccezionalità degli interessi, e per la biografia che ce lo ricorda, nel corso della sua esistenza, abitatore della sua casa di Gorle ma contemporaneamente cittadino di una Londra amatissima, dove soggiornava di frequente.
Chi lo ha conosciuto ne ricorda lo stile inconfondibile di uomo insieme profondo nei pensieri, ma leggero nella conduzione della quotidianità, brillante con gli amici e generoso con i suoi studenti, ma anche capace di solitudine e di introspezione. Intimamente ancorato alle tradizioni dei suoi luoghi d’origine e della sua famiglia, teneramente innamorato della donna che ha sposato – e che ha perduto troppo presto per una malattia – ma anche viaggiatore insaziabile e curioso, sempre pronto ad accogliere il diverso e l’altro da sé. [...]