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Rivista 112_Bergamo 900. Le voci_Il racconto delle cose

Bergamo 900 - LE VOCI

IL RACCONTO DELLE COSE

Tra le caratteristiche che gli storici futuri considereranno più significative del Novecento ce n’è una a cui spesso non dedichiamo sufficiente riflessione: l’enorme crescita, decennio dopo decennio, generazione dopo generazione, dell’informazione che viene prodotta, messa in circolazione, letta o vista o ascoltata, con una crescente varietà di mezzi.
Anche grazie a questa straordinaria ricchezza, i musei che ci parlano del secolo scorso sono spesso affollati di immagini, suoni, scritte in movimento; sono illuminati da una molteplicità di schermi, che si contendono l’attenzione dei visitatori e spesso permettono loro di “interagire”, ponendo domande, seguendo percorsi, giocando. Una simile esperienza di visita, propria di un mondo saturo di informazione, è per molti versi opposta a quella che viviamo quando visitiamo un museo archeologico, tanto più se è dedicato a mondi molto lontani nel tempo, o addirittura a civiltà delle quali sappiamo poco o quasi nulla. Il piacere della visita, qui, sta nell’aggirarsi tra i pochi resti rimasti e anche tra le lacune.
È possibile applicare questo modello di esposizione, proprio delle collezioni archeologiche, a un museo dedicato al XX secolo? Al contrario di quanto accade per le civiltà antiche e perdute, per raccontare questo tempo del presente e del passato prossimo sembra non ci siano lacune da colmare. [...] (Peppino Ortoleva)