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Rivista 111_Deserto e/o Paradeisos a Bergamo

L’esposizione “Deserto” fu inaugurata a Bergamo il 26 settembre del 1981 e chiuse i battenti dell’ex chiesa di Sant’Agostino 35 giorni dopo, il 31 di ottobre, con una breve proroga al fine settimana; fu visitata da circa seimila persone, un successo oggi discreto per una mostra di arte contemporanea, un dato probabilmente più eclatante in passato. A complemento, per effetto indiretto dell’esposizione, furono scritti circa 94 articoli di giornale, sia sulla stampa locale che nazionale, un numero eccitante se vogliamo, accentuato da una serie di polemiche che giovarono al dibattito culturale cittadino.
Sono passati 41 anni, un periodo definibile “storicamente breve” ma umanamente notevole, tanto che la memoria di quei giorni ormai affievolisce i ricordi; eppure, a differenza di altre celebrate mostre bergamasche coeve quasi scordate (tra cui “L’esplorazione Percettiva” del 1976 e la mostra su Giovan Battista Moroni del 1979, entrambe a Palazzo della Ragione), ancora oggi talvolta ci si interroga sul significato che ebbe e assunse “Deserto”.
Probabilmente la ragione è che quanto accadde in quei giorni fu, per le arti visive a Bergamo, ciò che Jean Baudrillard chiama “un evento”, ovvero qualcosa che spezza la catena delle cause e degli effetti, degli antecedenti e dei susseguenti. L’Evento è qualcosa che crea da sé la propria drammaturgia, cosa che accadde puntualmente alla Fara di Bergamo, ed è uno strappo nella maglia dei fatti, anche se poi tendiamo a collocarlo nel corso degli eventi; infine è estraneo alla storia.
Nell’ottobre del 1981 la storia delle arti visive a Bergamo fece un salto: fu un salto in avanti? Probabilmente sì, ma fu soprattutto un salto sul posto. Il tempo trascorso concede di attivare un primo processo di valutazione storica, ma qualche diapositiva inedita, qualcosa rimasto nei cassetti, tiene ancorata al presente quella mostra lontana; inoltre alcuni protagonisti e coprotagonisti diretti sono ancora vivi. [...]