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Rivista 109_Ponte San Pietro. Il fascino discreto della cartolina d'antan

Ci sono immagini che al primo sguardo riescono a catturare la nostra attenzione ed evocano emozioni intense, legate a ricordi del passato, a momenti di vita vissuta e ad affetti, per rivivere i quali saremmo disposti a qualsiasi cosa. E le cartoline del paese d’origine di ciascuno di noi rientrano a pieno titolo in questa categoria di talismani. Non sorprende quindi che un pubblico piuttosto vasto sia attratto ancora oggi da una tale forma di collezionismo, né che la recente collana “Saluti da…”, di Grafica & Arte, coi suoi primi tre volumi su Urgnano, Treviglio e Ponte San Pietro, stia riscuotendo molta curiosità ed altrettanto apprezzamento. La gente insomma, anche in una società che privilegia i social e i moderni media, conserva ancora – per fortuna ­– uno spazio tutto speciale dove coltivare “i luoghi del cuore”, attraverso uno strumento per certi versi antico, eppure sempre attualissimo, come appunto la cartolina postale. Quei magici rettangoli di cartoncino, talvolta lucidi, talaltra opachi, specialmente se sfoggiano il fascino tutto singolare del “ritratto in bianco e nero”, esprimono in un flash, in un’inquadratura unica, l’anima complessa di un territorio e i suoi aspetti peculiari, impegnando il fotografo, proprio come il poeta, all’uso iperbolico del linguaggio (nel poeta la parola, nel fotografo l’immagine) in modo che la descrizione, per forza puntuale data la scelta dello strumento, risulti egualmente esaustiva, senza l’impiego di lunghe descrizioni. [...]