« torna al sommario 108 ······· vai al numero in edicola »

Rivista 108_Il peso del Neoclassicismo

L’Ottocento è stato profondamente segnato dalle conseguenze di avvenimenti che, nel secolo precedente, sconvolsero con effetti irreversibili la cultura, gli assetti politico-sociali e l’economia europea: la rivoluzione illuminista portò all’affermazione dell’individuo e del pensiero critico generando la consapevolezza che ogni persona può aspirare a ragionare con la propria testa; le rivoluzioni politiche – quella americana per l’indipendenza dalla madre patria inglese e quella francese – sancirono, almeno sulla carta, i diritti naturali inalienabili dell’uomo, mentre le rivoluzioni socio-economiche cominciarono a innescare importanti fenomeni di redistribuzione della ricchezza.
Anche l’arte ebbe i suoi rivolgimenti. Mentre gli eccessi del tardo Barocco e le bizzarrie Rococò si ripetevano stancamente avviandosi alle battute finali, le notizie delle scoperte archeologiche di Ercolano (1738), Pompei (1748) e Stabia (1749) cominciano a correre velocemente in tutta Europa. La moda del Grand Tour, affiancata agli studi delle testimonianze del passato, alla loro divulgazione attraverso stampe, disegni e pubblicazioni nonché al commercio antiquario dei reperti, apriva a un nuovo modo di guardare all’antichità. Questa visione di stampo illuminista che coinvolse indistintamente tutte le arti stava già prefigurando lo strepitoso successo che di lì a poco il Neoclassicismo avrebbe riscosso in tutta Europa. [...]