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Rivista 104_Severino Bellotti

Severino Bellotti, nel diario conservato dalla figlia Antonia in data 5 marzo 1931, scrive: «Improvvisa mi giunge la notizia del padre Pietro da Varzi, cappuccino predicatore di grido. Non sapevo niente da quattro anni: mi offre di affrescare una chiesetta di cappuccini a Salsomaggiore. Gioia grande, esaltazione del mio spirito, manifestazioni clamorose, abbracci, tenerezze tra me e Lucia. Piccinini resta sbalordito come noi e scappa di fronte alla nostra gioia».
Si tratta di un ciclo di affreschi da eseguire sulle pareti laterali della chiesa del convento di Sant’Antonio da Padova a Salsomaggiore, di cui, purtroppo, non è pervenuto il documento attestante la stipulazione del contratto. La decorazione è composta da sei affreschi, tutti ispirati ad episodi della vita del santo: Il battesimo di Sant’Antonio, La predica ai pesci, Il miracolo della mula, La conversione di Ezzelino da Romano, La predica all’avaro, L’agonia di Sant’Antonio. Bellotti si mise al lavoro alacremente approntando i cartoni relativi.
Sempre nel diario, in data 23 aprile 1931, l’artista annota: «Oggi incominciato la seconda composizione dei cartoni per affresco di Salsomaggiore = S. Antonio col miracolo della mula. Prendo molta passione a questo soggetto, più della predica ai pesci. Mi piace caratterizzare i tipi e rappresentarli molto diversi. Meno leggerezza molto nei miei lavori».
Il 7 maggio successivo informa che l’affresco illustrante Il miracolo della mula è stato realizzato «in sei giorni» e lo giudica «meglio dell’altro»; il 6 giugno segnala che «deve finire il quadro 4°». L’intero ciclo giunge a compimento il 13 giugno, giorno in cui ricorre la festa di Sant’Antonio da Padova. L’inaugurazione, avvenuta il giorno stesso, richiama una nutrita schiera di religiosi di ogni ordine e grado. Severino Bellotti, nella cui limpida e forbita prosa si avverte un’eco del magistero manzoniano, si sofferma nella descrizione degli invitati al pranzo allestito nel teatro di Salsomaggiore: li dipinge con vivace realismo e pungente ironia, quasi ad abbozzarne la caricatura, tratto saliente nelle opere della maturità. [...]