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Rivista 104_Polittico del Monte di Nese

Il complesso di Monte di Nese smembrato, forse più volte, è stato ricomposto secondo un ordine che sicuramente non è quello originario. Partiamo dalla predella, cioè la fascia divisa in più riquadri che, di solito, faceva da corredo alle pale d’altare dipinte su legno. Costituisce sempre la base inferiore di un polittico e la sua funzione era, da un lato, quella di coprire lo zoccolo della cornice, dall’altro di corredare con scene accessorie la pittura principale. Tipico è per esempio il caso di polittici con figure di Santi nella cui predella venivano dipinte scene della loro vita. Cerchiamo di spiegare a proposito del nostro polittico: quella che era certamente la predella si trova, ora, a metà, mentre confrontando i vari polittici attribuiti, come questo, ai Marinoni (attribuzione che non può certamente essere messa in discussione) si doveva trovare indubbiamente alla base. [...]
Aggiungo che dalla ricognizione fatta dal restauratore, Antonio Zaccaria, è emerso che: «l’attuale assemblaggio della carpenteria lignea sul verso della cornice risulta rimaneggiato, con importanti modifiche strutturali, atte anche a ricavare la nicchia che attualmente racchiude una Madonna vestita».
La predella in questione affronta il tema del dogma dell’Immacolata Concezione che fu oggetto di annose dispute. L’Immacolata Concezione è il concetto secondo cui la Madonna è stata preservata dal peccato originale, sin dalla nascita, proprio perché designata ad ospitare, un giorno, nel suo grembo verginale, il figlio di Dio, fatto uomo, Gesù. Della questione si è discusso a lungo nel corso dei secoli sopravvenendo ad una conclusione unanime solo alla metà del XIX secolo, quando il dogma fu proclamato da Papa Pio IX (8 dicembre 1854) con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. [...]