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Rivista n.100_Noris

Chi si occupa di cose bergamasche, per diletto o per professione, sa che nell’ambito delle sue letture gli può capitare d’incontrare, di frequente, nomi di personaggi del passato, che costituiscono altrettante pietre miliari per la conoscenza della nostra cultura. Presenze imprescindibili per studi e ricerche: esponenti del giornalismo, della ricerca storica, della letteratura, dell’erudizione che hanno prodotto, nei primi decenni del ’900, una infinità di scritti di divulgazione e di approfondimento sui temi più disparati, profondi o anche solo curiosi. Rappresentanti di generazioni che, pur non avendo a disposizione, come noi oggi, strumenti d’indagine di accesso multiforme e immediato, hanno dimostrato di saper esprimere particolari capacità di analisi, di lettura degli eventi, di personali sistemi di raccolta ed elaborazione dei dati, di narrazione, che desta meraviglia e ammirazione. Ricerche fatte sul campo (e sui campi), scarpinando per le vie della Città e per le plaghe della Provincia, indagando archivi, monumenti, testimonianze materiali, enigmi veri o presunti, anche nei più piccoli anfratti di una storia che li ha visti non solo nelle vesti di attenti e appassionati documentaristi, ma di veri e propri protagonisti dell’evolvere della storia che essi stessi sono andati raccontando.
Nelle vicende personali e professionali di molti di loro è stato naturale trovare nella Rivista fondata da Alfonso Vajana nel gennaio del 1922, un luogo di incontro e di confronto; come è stato altrettanto normale che il nuovo Editore, nel 1995, rendesse loro omaggio, riproponendo, di tanto in tanto, sotto la rubrica C’era una volta la Rivista di Bergamo contributi appassionati, spesso ancora in grado di farsi leggere, in filigrana, come anticipazioni o comunque in connessione con la nostra contemporaneità. [...]