[...] Quando la Rivista è ricomparsa nella veste che attualmente conosciamo la sorpresa è stata grandissima, soprattutto per la qualità delle immagini a colori che costituiscono ancora oggi la sua grande bellezza. Ricordo bene quella specie di gioia degli occhi con cui leggevo i primi numeri, immaginando di poter prima o poi entrare nel novero di chi contribuiva alla realizzazione dei testi. Un’aspirazione che prese forma nel 2001, quando il signor Emilio – l’ho sempre chiamato così – mi propose di collaborare ad un numero monografico della Rivista relativo alla mostra “Bergamo L’altra Venezia”, dedicata all’età di Lorenzo Lotto. Era uno dei proprietari dell’editrice della Rivista, fu davvero molto gentile ma anche categorico: mi richiedeva una esposizione schematica ed accessibile del contesto artistico bergamasco in cui si era mosso il pittore, un quadro che risultasse di facile seppure non banale lettura e che potesse diventare un supporto agevole alla visione della mostra. Gli risposi di sì, restando allora e poi per sempre impressionata dalla sua somiglianza con il solenne Francesco Albani del Cariani… Fu un lavoro impegnativo ed entusiasmante che diede la stura ad un rapporto di reciproca stima, ma soprattutto ad una collaborazione che io giudico di alta qualità. Un rapporto fatto di scambi di idee, di suggerimenti incrociati, di richieste e di risposte. Ricordo a questo proposito la difficile ma proficua collaborazione sul pezzo relativo al Palazzo di Brignano Gera d’Adda, un’architettura complessa e articolata, la cui storia reale – già di per sé davvero intricata – è arricchita dalla presenza di fantasmi e di personaggi di gran peso letterario come l’Innominato di manzoniana memoria. [...]